Quel galantuomo di Caselli!!!

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Ieri a pranzo con un collega si parlava della nuova norma sulla prescrizione entrata in vigore il primo gennaio, osteggiata dai noi avvocati penalisti, grazie al grandissimo lavoro svolto dalla Unione delle Camere Penali Italiane.

La nostra chiacchierata, ovviamente, è stata molto conviviale, mentre mangiavamo una pizza, spingendosi fino ad una riflessione prognostica: cosa accadrà dopo? E’ solo il tema “prescrizione” o altro bolle in pentola?

Ebbene, oggi sul quotidiano, detto “il fatto”, l’ex procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, ha illustrato il programma di riforma che certamente i pentastellati (commissariati da parte della magistratura) porteranno avanti.

Quale la sintesi? Eccola nelle parole dell’esimio ex procuratore:

<<Quanto all’accelerazione del processo, siamo alle solite. Tutti pronti a chiederla in teoria, per poi rivelarsi – in pratica – timidi, restii o di fatto contrari. In altre parole, tutti gridano di volere “più giustizia”, ma poi molti operano come se l’obiettivo fosse “meno giustizia”, quanto meno per sé e per i loro sodali. Sicché la durata interminabile dei processi è funzionale alla tutela di determinati interessi, quelli in capo ai soggetti cui il controllo di legalità gli dà l’orticaria. I “galantuomini” a prescindere, cioè le persone giudicate comunque “perbene” in base al censo o alla collocazione sociale, per le quali la “vecchia” prescrizione ha avuto un ruolo decisivo fino a determinare una grave asimmetria nel sistema. I “galantuomini” possono contare su difensori costosi e agguerriti in grado di sfruttare l’opportunità di eccezioni d’ogni tipo generosamente offerta da una procedura malandata. Per loro il processo può ridursi soprattutto ad attendere che il tempo si sostituisca al giudice. Mentre per i cittadini “comuni”, il processo – per quanto di durata biblica – riesce più spesso a concludersi, segnando vita, interessi e relazioni delle persone.>>

Noi avvocati, galantuomini, che lottiamo al solo fine di allungare il brodo del processo per consentire ai nostri assistiti di godere della salvezza tramite la prescrizione. Noi avvocati, galantuomini, che sfruttiamo l’opportunità di eccezioni d’ogni tipo. Noi avvocati, galantuomini.

Il prossimo passo? L’abolizione, o comunque, la limitazione del potere di impugnare le sentenze di condanna. In fondo il galantuomo di Caselli aveva già sostenuto la tesi della inutilità dell’appello (dell’imputato).

Mala tempora currunt!

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