Se la cozza è contaminata.

In La corte risponde. by admin6105Leave a Comment

Il controllo e la sicurezza degli alimenti che giungono sulla nostra tavola sono fondamentali per la tutela della salute ma, anche, del nostro made in Italy.

In una recentissima sentenza della Corte di Cassazione (Cass. Pen. sez. III, Sentenza n. 1434/2020), i Giudici si sono occupati di un caso relativo alla sicurezza alimentare. Nel caso specifico di parlava di cozze che “sottoposte a controlli sulla contaminazione microbiologica, sono risultate affette da carica di escherichia coli pari a 3500/MPN/100 g, superiore al limite di legge…“.

Il reato configurato è quello disciplinato dall’articolo 5, comma 1, lettera C, della legge 238 del 1962, che stabilisce: “E’ vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere o somministrare come mercede ai propri dipendenti, o comunque distribuire per il consumo, sostanze alimentari:

c) con cariche microbiche superiori ai limiti che saranno stabiliti dal regolamento di esecuzione o da ordinanze ministeriali“.

Le doglianze dell’imputato condannato si concentrano prevalentemente sulla violazione di legge, poiché “le analisi di laboratorio risultano inutilizzabili in quanto eseguite in violazione di legge, non sono state osservate le procedure di cui all’art. 1, legge 283/1962, senza revisione delle analisi di cui all’art. 4, d. Lgs 123 del 1993“.

Secondo i Giudici della Suprema Corte, tuttavia, il ricorso è inammissibile per manifesta infondatezza dei motivi e per genericità, poiché “sulla questione della mancata comunicazione dell’esito delle analisi (allo scopo della richiesta delle analisi di revisione) si deve rilevare che gli alimenti sottoposti ad analisi (cozze) erano deteriorabili e, pertanto, era dovuto solo l’avviso dell’inizio delle operazioni per l’assistenza alle stesse (Vedi Corte Costituzionale 26 settembre – 10 ottobre 1990 n. 434, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 comma 2, legge 283/1962, nella parte in cui non prevede, per i casi di analisi su campioni prelevati da sostanze alimentari deteriorabili, l’avviso dell’inizio delle operazioni alle persone interessate, affinché possano presenziare)“.

La sentenza, andando oltre la soluzione giuridica del problema, è di rilevante interesse in un momento in cui la difesa della integrità del prodotto alimentare “italia” è strategico.

Una legislazione attenta al tema, attraverso un sistema di controlli efficaci, consente di garantire non solo la sicurezza del consumatore finale, ma anche gli imprenditori che, con fatica e passione, ogni giorni garantiscono la genuinità dei prodotto.

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