Anche se sbagliano gli altri può essere colpa tua!

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L’avvocato risponde

Cosa succede in caso di incidente? Di chi è la colpa?
La Cassazione ha riconosciuto colpevole un automobilista ritenuto “imprudente” nonostante l’incidente sia stato causato dalla controparte.

Affidarsi è bene, ma non affidarsi è meglio!
Potrebbe essere questo l’aforisma che scaturisce da una recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione in merito al comportamento di un automobilista coinvolto in un incidente che ha, purtroppo, portato alla morte di un centauro.
Il caso appare molto semplice e, certamente, di comune conoscenza come dato esperienziale per chi è avvezzo alla guida di un veicolo.

Il conducente della vettura A percorrendo la propria strada “dopo aver sorpassato la vettura” che la precedeva, “aveva svoltato a sinistra, mentre sopraggiungeva dal senso opposto, a forte velocità il ciclomotore” condotto dallo sventurato centauro il quale, non essendosi avveduto della manovra posta in essere dal conducente del veicolo A “aveva inutilmente tentato di sterzare a sinistra, andando ad impattare prima, con estrema violenza, contro la fiancata destra” della vettura A “per essere poi ribaltato a causa dell’urto”.


Il centauro, prontamente soccorso, è poi deceduto in ospedale a causa del politrauma riportato (così la ricostruzione della vicenda come emerge dalla sentenza n. 3214 del 9 gennaio 2019).

Lo sfortunato automobilista è stato condannato per omicidio colposo, aggravato dalla violazione delle norme in materia di circolazione stradale, per aver avuto una condotta imprudente, pur in presenza di una riconosciuta responsabilità (nella forma del concorso di colpa) del centauro, per l’alta velocità tenuta durante la guida. 

La Suprema Corte ha affermato che, nel caso di specie, il principio di affidamento doveva essere temperato dall’opposto principio “secondo il quale l’utente della strada è responsabile anche del comportamento imprudente altrui, purché rientri nel limite della prevedibilità”.

Ma cosa prevede il principio di affidamento?

La produzione giurisprudenziale ha avuto modo di definire “principio di affidamento” quello secondo il quale “ogni soggetto non dovrà ritenersi obbligato a delineare il proprio comportamento in funzione del rischio di condotte colpose altrui, ma potrà sempre fare affidamento, appunto, sul fatto che gli altri soggetti coinvolti agiscano nell’osservanza delle regole di diligenza proprie”.
La regola è chiara: nell’esecuzione di una attività che coinvolge più soggetti, ognuno può fare “affidamento” sul fatto che l’altro si comporterà secondo le regole; l’operatore è quindi concentrato sul proprio operato, evitando di dover ricontrollare ciò che viene fatto dagli altri soggetti (si pensi, ad esempio, ad una equipe chirurgica). 

Nell’ambito della circolazione stradale, tuttavia, la Suprema Corte ritiene che chi si mette alla guida deve applicare il diverso principio, derivante dalla pericolosità intrinseca alla circolazione stradale: il conducente di un veicolo, quindi, sarà ritenuto responsabile se, in presenza di un comportamento scorretto ma prevedibile degli altri utenti della strada, non si adoperi con la massima diligenza per evitare che si determini l’incidente. 

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