Ni una màs.

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Arte e attivismo contro il femminicidio.

Alcuni giorni fa si è svolta la giornata a favore delle donne che subiscono violenze, siano esse fisiche ovvero psicologiche.

Il tema è di estrema attualità e io vorrei ricordarlo ancora, anche se non è il 25 novembre, suggerendo la lettura di un libro interessante e affascinante

Un libro che affronta il problema partendo da una origine (un piccolo paese in Messico) e il ruolo che l’arte ha giocato nel sollecitare la sensibilità della collettività. L’arte ha, infatti, svolto un ruolo fondamentale nel sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza di genere.

La città messicana Cuidad Jàrez è nota per essere il luogo dove sono scomparse più donne “qui, centinaia di donne, al pari delle argentine più note Madres de Plaza de Mayo, non si limitano a piangere le proprie figlie, ma chiedono che sia fatta giustizia. Ni una màs, non una di più, non è semplicemente lo slogan che scandisce le loro marce nelle strade e nelle piazze della città, ma un grido di dolore e la ragione stessa di ciò che resta della loro esistenza: pretendere la verità“.

Così si esprime Franceca Guerisoli nel suo libro “Ni una màs – Arte e attivismo contro il femminicidio“, edito dalla casa editrice Post Media Books.

Un testo fondamentale per comprendere le origini di un fenomeno che, esasperato in una città messicana, coinvolge oggi la consapevolezza di tutti, rispetto al problema della violenza di genere che colpisce le donne, anche in paesi sviluppati come il nostro.

Segnalo, in ultimo, il caso studio Zapatos Rojos (scarpe rosse) dell’artista messicana Elina Chauvet che oggi è l’immagine più rappresentativa della lotta contro la violenza sulle donne.

Buona lettura.

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